Opera in metacrilato che sebbene realizzata molto prima che prendesse avvio il progetto Arte Cerreta, si inserisce perfettamente nell’ambito delle attività dell’azienda, non solo perché raffigura uno degli animali qui allevati, ma anche perché nel materializzare una forma precisa unisce tre concetti fondamentali , naturale, artificiale e virtuale .
L’incontro tra “naturale”, “artificiale” e “virtuale” è uno dei temi più noti dell’artista. In particolare la serie di figure di animali e alberi, di cui lo Struzzo artificiale fa parte, ci invita a entrare in una relazione giocosa con l’opera, attraverso trasparenze luce e colori, che ci ricorda, con la sua eleganza, il rapporto con il mondo animale e la natura in genere, come un mondo esotico che si manifesta accanto a noi.
Gino Marotta
Gino Marotta, nasce a Campobasso nel 1935, vive e lavora a Roma.
La prima mostra personale è del 1957, alla galleria Montenapoleone di Milano. Già nel ’57-‘58 è presente, insieme a pittori come Burri, Fontana, Capogrossi, Balthus, Licini e Léger, in mostre di grande rilievo internazionale. Ha ideato e realizzato alcune delle mostre più interessanti dell’arte italiana contemporanea come “Lo Spazio dell’Immagine” a Foligno nel 1967, “Amore Mio” a Montepulciano nel 1970 e ha collaborato alla grande mostra “Vitalità del Negativo” al palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1970. Le sue opere di pittura e scultura sono conservate in prestigiosi musei, istituti bancari e collezioni private in Italia e all’estero. Si è occupato anche di cinema e di teatro, portando il suo contributo di ricercatore innovativo. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Roma, è membro dell’Accademia Medicea delle Arti del Disegno di Firenze e dell’Accademia Nazionale di San Luca di Roma. Ha diretto l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila.
Ha pubblicato, di recente, un libro di saggi brevi dal titolo “Rosso di Cinabro”.
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